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Istituto Di Ricerca e Formazione – Giorgio Magnano MD – Vittorio Magnano DDS, MSc, BSc

Tag: Impianti monofasici

Il full-arch nel paziente edentulo nell’era digitale: carico veramente immediato, senza lembo e chirurgia per tutti (VIDEO)

di Vittorio Magnano

L’era dei “grandi chirurghi” è terminata. La mininvasività e la digitalizzazione avanzano inesorabilmente e “la mano” si fa sempre più da parte per lasciare posto alle “macchine”. Questo vale in tutti i campi della cultura umana e anche nella nostra piccola odontoiatria, almeno per i casi semplici, ovvero i casi nei quali il paziente ha osso nativo nel quale inserire impianti.

In effetti, nel caso in cui sia necessario rigenerare osso perduto o per infezioni o per precedenti fallimenti implantari “la mano” ha ancora la sua grande importanza ma ringrazia la tecnologia per il prezioso aiuto dato tramite griglie in titanio personalizzate, previsualizzazione dei cc precisi di osso autologo e eterologo da innestare, dime chirurgiche per le corrette antrostomie o per osteotomie e ostectomie per l’accesso ai siti donatori di osso autologo.

Quindi, inserendosi in osso nativo, gli impianti di una All-on-4 o più genericamente di una protesi Toronto avvitata su X impianti sono impianti semplici e semplici devono rimanere. Pertanto, se disponiamo (e tutti gli odontoiatri ne dispongono) di una tecnica che:

  1. Riduca il numero di appuntamenti,
  2. Riduca gli atti chirurgici,
  3. Riduca l’utilizzo di anestetici,
  4. Riduca l’ausilio di terapie farmacologiche,
  5. Assicuri la standardizzazione dell’unico atto chirurgico,
  6. Assicuri il corretto posizionamento implantare nell’osso nativo,
  7. Riduca lo stress per l’odontoiatra,
  8. Riduca al minimo la possibilità di incorrere in ampi lembi di accesso,
  9. Massimizzi la percentuale di chirurgie senza lembo,
  10. Elimini il tempo (e lo stress) di avvitamento dei Multi Unit Abutment,
  11. Utilizzi impianti con MUA integrato,
  12. Riduca il rischio di microinfiltrazioni e di microgap nelle connessioni protesi-impianto,
  13. Garantisca la consegna della protesi a fine chirurgia e non 6-8-12-24-48 ore dopo,

LA DOBBIAMO ESEGUIRE!

Di decine di Toronto su pazienti edentuli consegnate nel 2020 e 2021 negli studi Dental One mai c’è stata l’ombra di fantasmi del passato come lembi spettacolari, dime analogiche di Malò, MUA da avvitare, impronte in gesso e carichi “immediati” a 24 ore.

Quali sono gli step OGGIGIORNO per l’odontoiatra quando il paziente totalmente edentulo necessita di un full-arch su impianti (togliendo prima visita, studio del caso, piano di cura e preventivo)?

  1. Modifica con punti di repere in materiale radiopaco e adeguamento della protesi totale del paziente ai fattori di stabilità, supporto e retenzione e occlusione nella posizione muscolo-scheletricamente stabile (o vecchia “relazione centrica”) o confezionamento di una dima radiologica che abbia i suddetti requisiti.
  2. Progettazione digitale fatta in team con odontotecnico e ingegnere informatico
  3. Atto chirurgico flapless e consegna della protesi progettata digitalmente PRIMA della chirurgia
  4. Meticoloso controllo occlusale

Se in tutto ciò vogliamo aggiungere un lavoro in sala chirurgica in team con almeno due assistenti sterili e una non sterile, la ansiolisi endovenosa NON eseguita dall’anestesista ma dal sedazionista chirurgo, la chirurgia durerà un’ora e il paziente non prenderà nemmeno un antinfiammatorio (anche se noi glielo avremo prescritto).

Se invece vorrete continuare a lavorare come si lavorava nel 2001 con lembi, ematomi, anestesisti (che utilizzano magari farmaci non permessi in uno studio odontoiatrico), impronte in gesso o in Impregum e consegna a 24 ore della protesi (se il tecnico ce la fa..), non vi è alcuna legge che vi vieta di farlo ma sicuramente non siete al passo con i tempi e non fate il bene del paziente ma della vostra inerzia cognitiva.

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